A volte è inutile parlare dei libri. Sono i libri a prendere la parola al tuo posto. A volte i libri non vanno letti, vanno ascoltati: dicono tutto quello che serve che venga detto. In casa, nel loro salotto. Nella sua poltrona, sul bordo del cuscino. Bill fissava il televisore. Tredici milioni, centoquarantacinquemilacentoventitré persone avevano votato il Partito Conservatore. Dodici milioni, deucentottomilasettecentocinquantotto persone avevano votato il Partito Laburista. Il Partito Conservatore aveva ottenuto trecentotrenta seggi alla Camera dei Comuni. Il Partito Laburista aveva ottenuto duecentottantotto seggi alla Camera dei Comuni. E il Partito Conservatore aveva vinto le elezioni politiche del 1970. Edward Heath, il deputato di Bexley nel Kent, che era nato a Broadstairs ed era un tifoso del Burnley Football Club, sarebbe diventato Primo Ministro del Regno Unito. Harold Wilson, il deputato di Huyton a Liverpool, che era nato a Huddersfield ed era un tifoso dell’Huddersfield Town Football Club, non sarebbe più stato Primo Ministro del Regno Unito. Nella sua poltrona, sul bordo del cuscino, Bill provò ad alzarsi. Bill provo a rimettersi in piedi. Bill sapeva che ti dovevi alzare. Dovevi rimetterti in piedi. Bill sapeva che se non ti alzavi. Se non ti rimettevi in piedi. Allora eri finito. Eri morto. E quelli che ti sostenevano. E quelli che credevano in te. Erano finiti anche loro. Erano morti anche loro. E dunque Bill sapeva che ti dovevi alzare. Dovevi rimetterti in piedi. Per la gente, per il popolo. Dovevi sempre alzarti. Dovevi sempre rimetterti in piedi. E Bill si alzò. Bill si rimise in piedi. E Bill andò al televisore. Bill spense il televisore. E Bill andò alla finestra. Bill aprì le tende. La finestra sul davanti, alla luce del mattino. Bill fissò lo sguardo al di là del vetro, sulla strada. Sui ragazzi in mezzo alla strada, i ragazzi con il loro pallone. Il pallone tra i piedi, il pallone in aria. Bill vide il pallone in aria, Bill vide le nuvole nel cielo. L’aria di pioggia, la minaccia di temporale. Le gocce di pioggia nell’aria, gli spruzzi di pioggia sulla finestra. E Bill si allontanò dalla finestra. Bill uscì dal salotto. Bill attraversò l’ingresso. Bill uscì dalla porta di casa. Bill andò in strada. E Bill disse, Forza, ragazzi. Dài, ragazzi. Facciamo una partitina rapida. Un’ultima partita, prima che si metta a diluviare. In casa, nel loro salotto. Bill non guardò la Coppa del Mondo in televisione. E Bill non andò negli studi televisivi. Bill non partecipò a tavole rotonde negli studi televisivi per parlare della Coppa del Mondo. Bill andò a lavorare e Bob Paisley Reuben Bennett, Joe Fagan e Ronnie Moran andarono a lavorare anche loro. Ogni giorno. Lavorarono. Ogni giorno. Parlarono. Ogni giorno. Analizzarono. Ogni giorno. Discussero. […] Ogni giorno. Bill, Bob, Reuben, Joe e Ronnie lavorarono. Ogni giorno. Finchè non furono preparati, finchè non furono pronti. Da ‘Red or Dead’, di David Peace. Bill è Bill Shankly, lo storico allenatore che prese il Liverpool Fottball Club dalla polvere e lo portò ad essere una delle squadre più forti del Continente. Bill Shankly affermava che il suo era un calcio socialista. La sua Curva, la Spion Kop di Enfield Road, espone ancora il suo volto e accanto al suo, nelle settimane scorse, c’era quello di Jeremy Corbyn. Questa immagine ritrae Bill mentre usa la sua lavagna tattica: un campo di Subbuteo. Un gioco inventato dagli inglesi e in cui i genovesi diventarono maestri. Ora si tratta di fare una cosa sola: lavorare, ed essere pronti. Anzi, facciamone un’altra: rileggiamo ‘Red or Dead’.
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Ho passato gli ultimi 15 anni della mia vita nell’Aula Rossa del Consiglio Comunale di Genova.
Ho provato a farlo dando il meglio di me stesso, con una grande passione per la politica ed un grande amore per la mia città. So quindi che qualunque sarà il risultato del ballottaggio per il Sindaco di domenica, mi sentirò in parte responsabile di quello che sarà il risultato. Non mi sono ricandidato e ho deciso di dedicare il mio tempo ad un’altra grande passione della mia vita: la letteratura. Molti di coloro che hanno vissuto l’esperienza dell’ultimo ciclo amministrativo si sono ricandidati e diversi sono stati eletti. A questi ultimi, a cui vanno i miei migliori auguri, e a tutti gli altri voglio dedicare dei… libri da leggere questa estate che spero utili anche per gli anni a venire. Spesso ho pensato che se avessimo messo dei “libri nei nostri cannoni” avremmo fatto meglio il nostro mestiere per la città e, sicuramente, sarebbe stato tutto molto più civile. All’unico collega che in questi cinque anni mi ha donato un libro, Leonardo Chessa, va quindi la mia riconoscenza. Oggi, non potendo più dare il cattivo esempio, spero almeno di poter dare dei buoni consigli. Di lettura. Del resto è un altro modo di fare il…. “Consigliere”. A coloro che hanno occupato i banchi della sinistra diffusa e della Lista Doria, a Paolo Putti e agli assessori più vicini al Sindaco, che spesso ho accusato di essere radical chic o socialisti utopisti, consiglio un libro che è nello stesso tempo un ineccepibile e documentatissimo saggio storico; l’avvincente reportage di un’epoca ed una impressionante galleria di personaggi che si sono aggirati per l’Europa dalla Comune di Parigi agli anni ’20 del ‘900. Consiglio ‘Il mondo che non fu mai’ di George Butterworth. E’ un libro che ci fa capire quanto dovremmo riscoprire la filosofia della storia di Giovan Battista Vico o di Braudel, perché quello che accade è già accaduto. E’ un libro che racconta quanto i sognatori e gli architetti sociali debbano sempre fare i conti con la dura realtà. E’ un libro che svela una scomoda verità sul romanticismo e i suoi applicativi: che serve a rendere le anime dei singoli migliori, ma non a cambiare lo stato delle cose. Ma ci dice, anche, che la realtà ha bisogno di essere cambiata e che vale la pena di combattere per questo. A quelli della destra e a coloro che hanno scelto di restare nel Movimento 5 Stelle, che hanno grondato disprezzo ed ora grondano rivalsa in nome del popolo e della gente comune; a coloro che hanno innalzato i vessilli della Brexit o di Trump, a volte addirittura di entrambe, e sempre e comunque quello di una società fondata sull’invidia, consiglio il più lancinante romanzo profetico degli ultimi anni. Il vero de profundis di una certa idea di Occidente. Più che un romanzo un’autopsia, ma così ben scritta da essere quasi sopportabile. Martin Amis ha scritto con ‘Lionel Asbo, Stato dell’Inghilterra’ un romanzo senza compromessi, a tolleranza zero. Ovviamente è un consiglio a trabocchetto. Rimane Marco Doria. Non ci siamo salutati bene, in Aula Rossa, troppo stanchi e con troppi scontri sulle spalle. Ma con i libri non si può essere cattivi; sui libri non ha senso infierire o usarli per affermare le proprie, sempre presunte, ragioni. Voglio quindi rendere omaggio ad una grande passione di Marco, la boxe, suggerendogli per questa sua estate senza politica, Aula Rossa e senza Capogruppo Farello, il troppo trascurato ‘Il professionista’ di W. C. Heinz, la storia dell’allenamento di uno sfidante al titolo di campione del mondo della sua categoria. E’ una storia di sport; una storia di vita e in qualche modo una storia di politica. Perché la politica assomiglia molto allo sport ed è parte della vita. In realtà di libri ce ne siamo consigliati diversi, in questi anni e, a dimostrazione di quello che scrivevo prima, sono state forse le uniche occasioni in cui ci siamo ascoltati davvero. Se avessimo parlato di più con i libri saremmo andati più d’accordo e la lezione, sia chiaro, vale soprattutto per me. Ed io aspetto i consigli di tutti per le mie, di letture, dichiarando al tempo stesso che il testo che mi sono imposto spesso, quando praticavo la nobile e antica arte dell’autocritica, era il saggio conclusivo della raccolta ‘Il chierico organico’ di Edoardo Sanguineti. Si intitola ‘Tesi sul Manifesto’. Lo rileggerò anche in questi giorni. Il treno, uno dei posti migliori per un reader. Per ringraziare gli amici del Dopo Lavoro Ferroviario di Genova che hanno voluto segnalare questo blog ai loro soci, voglio dedicare il post di oggi al treno che è, senza alcun dubbio, uno dei luoghi più favorevoli ai lettori. Molti di noi hanno fatto l’esperienza di coloro che, prima di un lungo viaggio in treno, si siano posti il problema di avere qualcosa da leggere. Prima che internet sostituisse praticamente tutto il sostituibile nel mercato editoriale, le edicole delle stazioni erano le megalopoli della lettura. Riviste, fumetti e, ovviamente, tascabili, occupavano negli atri delle stazioni superfici di vendita lunghe dei metri. Ricordo in particolare quella di Brignole, un’edicola che sembrava una libreria, pieno di meraviglie. Anche quell’edicola, come le piccole librerie, è scomparsa. Anche molte stazioni, in un certo senso, sono scomparse: quelli che prima erano luoghi accoglienti, romantici, abitati dall’uomo (bigliettai, ferrovieri, operai) oggi sono edifici disabitati affacciati sui binari che rischiano di diventare dei ruderi: tante piccole Case degli Usher. Si è provato anche a farle adottare, le stazioni, sembra, purtroppo, con poco successo. Ma nulla può dissuadere un lettore dal leggere in treno. Leggere in auto è impossibile, anche perché spesso guidi tu. Leggere in pullman è difficile, perché puoi anche masticare il travelgum ma ti verrà la nausea; leggere in aereo non è la stessa cosa (soprattutto se avete paura di volare e non riuscite a resistere alla sempre migliore offerta di prodotti audiovisivi). Conosco persone che scelgono di viaggiare in treno esclusivamente perché così avranno, finalmente, il tempo per leggere senza sentirsi in colpa. Quanti romanzi sono stati letti in un solo viaggio, dall’inizio alla fine, da un reader? Io ho il mio: “Come una bestia feroce” di Edward Bunker, comprato nell’edizione dei Gialli Mondadori nell’edicola della stazione Brignole di Genova prima di prendere il Napoli Express diretto a Parigi. Arrivato alla Gare del Lyon l’avevo finito. Oggi non c’è più nemmeno il Napoli Express. Peccato. |
Simone Farello feat Gyorgy LukacsOgni forma d'arte è definita dalla dissonanza metafisica della vita. Archivi
Gennaio 2018
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