Dashiell Hammett, indiscusso maestro del genere hard boiled (o anche scuola dei duri, quando i detective escono dai salotti borghesi e devono fare i conti con la vita reale), è noto al grande pubblico per alcuni titoli che sono stati adattati per il grande schermo e la faccia da duro dal cuore tenero di Humphrey Bogart, su tutti ‘Il Falcone Maltese’. Questo ha fatto dimenticare l’Hammett più irregolare che è, ovviamente, quello migliore. Diversi studiosi hanno sostenuto che il poliziesco, in quanto genere letterario tipicamente borghese, mostri il delitto, la ricerca e la scoperta del colpevole ma ometta completamente il conflitto di classe che genera il crimine. E’ un’affermazione spesso vera, ma Hammett sapeva di cosa voleva parlare e di cosa stava parlando. Oltre ad essere un convinto marxista (oggi sembra strano, ma negli anni ’30 del XX Secolo in USA c’erano moltissimi comunisti), aveva lavorato per la famosa e famigerata Agenzia Pinkerton, che forniva servizi si sicurezza privata a governi, liberi cittadini e, soprattutto, ai padroni. Nel periodo in cui in Italia il lavoro sporchissimo contro gli scioperi e i sindacati lo facevano le camicie nere oltreoceano ci pensavano delle autorevoli aziende ben posizionate nel mercato della repressione del dissenso, in accesa ma rispettosa concorrenza con la malavita organizzata. Nelle file dell’Agenzia Hammet ci era finito per il motivo più reale possibile: il bisogno di un lavoro e di un salario. Da questa esperienza il romanziere non trarrà solo ispirazione, ma l’esigenza di rappresentare l’alienazione insita nello sfruttamento del lavoro e la violenza del sistema capitalista. Nasce così Continental Op, anonimo protagonista del primo romanzo di Hammet, ‘Red harvest’. Continental Op non c’entra nulla con Bogart, è una semplice funzione dell’ingranaggio economico e sociale. Indaga e agisce in un contesto degradato dove la narrazione è interamente volta a mettere a nudo quei rapporti di classe che generano la violenza e il crimine. Figura assolutamente brechtiana Continental Op si muove in uno scenario che sembra davvero un’Opera da Tre Soldi ambientata in California. Paradossalmente questi pregi sono quelli che hanno portato all’oblio il duro, durissimo ‘Red Harvest’, ‘Piombo e sangue’ nelle introvabili edizioni italiane (l'ultima di Guanda). Eppure il romanzo è intenso, avvincente, incalzante: un autentico gioiello della suspense, come ben capì Sergio Leone che lo riadattò in ‘Un Pugno di Dollari’. Sergio Leone per la sceneggiatura di quel film fu accusato di plagio niente meno da Akira Kurosawa, che sosteneva che l’autore italiano avesse bellamente copiato ‘La sfida del samurai’. La difesa del maestro dello Spaghetti Western fu che… avevano copiato tutti e due. ‘Red Harvest’ è un capolavoro della letteratura popolare e non ha perso nessuna delle sue qualità narrative. Il fatto che sia dimenticato è un vero crimine, per cui nessun colpevole verrà mai punito. Ma i libri possono sempre evadere dalle segrete della memoria: grazie ai lettori.
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Simone Farello feat Gyorgy LukacsOgni forma d'arte è definita dalla dissonanza metafisica della vita. Archivi
Ottobre 2017
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